L’olio extravergine d’oliva è uno dei pochi grassi che mai dovrebbe mancare nella propria alimentazione. Per vari motivi: è antinfiammatorio (quindi fondamentale per l’atleta), è anticolesterolemico, è l’unico capace di alzare il colesterolo buono, è antiossidante, è antitumorale… Ed è anche antidiabetico, come dimostra questo studio. L’ennesimo, perché i nutrizionisti seri lo sanno da una vita.

Invece, poiché la dieta è vissuta come una sorta di castigo, si continua a passare dall’utilizzo smodato al dosaggio microscopico col cucchiaino. Ormai quando vengono da me a visita è una prassi: 

- Signora, l’olio lo usa? Quanto ne usa?

- Poco.

- Cosa vuol dire poco?

- Un pochino, un goccino, un filino, un cucchiaino…

Tutti diminutivi che stanno a confermare che generalmente lo usa senza misura.

E chiaramente, in questa follia dietetica collettiva in cui chiunque consiglia un nuovo metodo per dimagrire, non poteva mancare chi suggerisce di abolirlo.

Mi vengono in mente i maniaci dei test per le intolleranze alimentari di qualche anno fa, che spesso in quei 2-3 alimenti che a rotazione demonizzavano includevano proprio l’olio d’oliva. Ricordo che una volta lo tolsero ad un ragazzino di 14 anni solo perché sovrappeso. Inutile dirvi che ora, a distanza di anni, il ragazzo è ancora grasso e continua il suo tour per i dietologi.

Adesso che la smania per le intolleranze è scemata, sta prendendo piede la teoria secondo cui l’uomo primitivo non conosceva l’olio d’oliva e di conseguenza anche noi, suoi diretti discendenti, dovremmo farne a meno.

Questo è il prezzo che paghiamo per la libertà di parola.

L’olio va usato a cucchiai, in dosi relativamente generose, anche se si voglia dimagrire. Quando per qualche motivo vi dicono di eliminare l’olio d’oliva dalla vostra alimentazione, sappiate che stanno speculando sulla vostra salute.