La tassa sul ruttino

 


Mentre noi siamo ancora rintronati dal sole e dal pulcino Pio, il Ministro della Salute Balduzzi aveva provato a introdurre "un contributo straordinario per tre anni (2013-2015) a carico di bevande analcoliche con zuccheri aggiunti e con edulcoranti".

Traduco: ci voleva tassare le bibite, zuccherate e no. 

"Il valore importante è far riflettere sulle necessità di abitudini alimentari migliori, specialmente per i più giovani", dice il ministro. 

 

Lo so fare anche io il ministro così. 

Hanno esumato da chissà quale catacomba questi cadaveri per riparare il disastro provocato da quelli precedenti, e loro che fanno? Alzano il prezzo della benzina, tassano gli alimenti... Caspita, che cime! E ci volevano i "tecnici" per ingegnarsi trovate del genere? 

 

Le soluzioni devono essere altre. Aumentare il prezzo delle sigarette non ha diminuito il numero dei fumatori; vietare il fumo nei locali lo ha fatto, perché ha risvegliato il senso civico dei cittadini. Li ha responsabilizzati. Allo stesso modo avrebbe potuto avere un senso migliore vietare la vendita delle bibite in questione nei luoghi frequentati dai giovani, come scuole e palestre. Così come è stato fatto con i videopoker, per i quali hanno imposto una distanza minima di 500 metri da scuole e ospedali. Un senso ancora PIÙ MIGLIORE lo avrebbe avuto inserire l'educazione alimentare nelle scuole. Quello sì che avrebbe responsabilizzato, Balduzzo! E ancora, se si tassano le bevande ritenute dannose per disincentivarne il consumo, perché non si "detassano" gli alimenti provatamente salutari (olio d'oliva, pesce, frutta, verdura ecc.)? 


Ad ogni modo, l’ideona di tassare le bibite è saltata. Ora il ministro Balduzzi ci stava riprovando introducendo il “divieto di somministrazione di latte e crema cruda nella ristorazione collettiva e l’obbligo che il contenuto di succo naturale nelle bevande analcoliche passi dal 12 al 20%”.

 

Questo sì che avrebbe rivoluzionato il mondo della salute!

 

In tal modo ci volevano far credere che noi avremmo mangiato più frutta e che ciò avrebbe migliorato la nostra alimentazione riducendo di pari passo le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all'obesità.

 

Balle.

 

In realtà Balduzzi stava per cedere alle pressioni della Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana. Siccome rispetto a dieci anni fa gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono calati di oltre 100 chili (-22%), avevano trovato il modo per coprire il gap. Tradotto in arance, i produttori sarebbero riusciti a piazzare ben 200 milioni di chili di frutta in più.

 

Il che, attenzione, non significa che nei succhi non avrebbero continuato ad aggiungere ANCHE altri zuccheri come già fanno!

 

Per fortuna, pare che anche questa proposta stia saltando. Aspettiamo la prossima.

 

 

 

 

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