SODIO, POTASSIO E MALATTIE DELLA CIVILIZZAZIONE

Molti pensano che noi originiamo dalle scimmie. In realtà c’è un passaggio precedente, lungo giusto qualche centinaio di milioni di anni. Noi proveniamo dalle acque, dal mare. Ciò rese il nostro progenitore abile ad eliminare il sale in eccesso attraverso le branchie e in minima parte dal rene. Capacità poi persa con l’evoluzione, quando uscimmo dall’acqua e la disponibilità di sale nell’ambiente praticamente scomparve. Per di più ci andammo a collocare in un habitat caratterizzato da temperature torride, che non raramente ci espose a rischio di morte per disidratazione. Allora i nostri reni furono riprogrammati per trattenere il sodio e con esso l’acqua. Quando poi con l’avvento dell’agricoltura il sale arrivò sulle nostre tavole in maniera massiccia, ci toccò sviluppare un rimedio per cercare di eliminare tutto quell’eccesso di sodio e garantire l’omeostasi dei fluidi corporei. E aumentammo la pressione. Ma essendo trascorsi “solo” 10.000 anni, quel rimedio non ha ancora avuto il tempo di perfezionarsi...  

Noi introduciamo sostanzialmente più sodio che potassio. Ma non è stato sempre così. Anzi fino al paleolitico avveniva il contrario, tanto più che di sale allora non ne esistevano grosse fonti. Perciò l’uomo primitivo lo tratteneva grazie agli ormoni appositi (motivo per il quale anche noi oggi tendiamo a trattenere il sale). Poi l’avvento dell’agricoltura ha mutato tutto: l’aggiunta di sodio e l’introduzione di alimenti ricchi in sale e poveri in potassio hanno causato un aumento del 400% nell’assunzione di sodio, mentre quella di potassio decresceva simultaneamente della stessa percentuale. 


I prodotti raffinati come le farine, gli oli, lo zucchero e l’alcol sono pressoché privi di potassio, e costituendo questi alimenti il 60-70% dell’energia totale dietetica giornaliera, la presenza di altri alimenti ricchi in potassio si riduce di conseguenza. La stessa carne oggi è gonfiata nutrendo gli animali con cibi salini (oltre che con farmaci): il sale dà consistenza alle fibre muscolari.


Tale inversione nelle concentrazioni di sodio e potassio nelle diete di oggi svolge un ruolo determinante nell’insorgenza di quelle malattie definite “della civilizzazione”: ipertensione, infarto, calcolosi renale, osteoporosi, tumori del tratto gastrointestinale, asma, malattie polmonari, fino alla ritenzione idrica e alla cellulite. Il tutto è confermato dall’assenza di queste patologie nelle tribù primitive che invece continuano ad assumere poco sodio e più potassio.

Dal Neolitico ad oggi sono passati “appena” 10.000 anni, troppo poco tempo perché potessimo adattarci al violento ingresso del sale (un po’ come è successo per lo zucchero). Questo ha dato origine a due categorie di soggetti.


Esistono persone in cui la pressione compensa bene tanto l’eccesso quanto la carenza di sodio nella dieta, e in questo caso si parla di soggetti SALE RESISTENTI. Ad esempio, eschimesi e boscimani consumano 1-2 g/die di sale, e non manifestano né ipertensione né ipotensione. Stessa cosa per certe popolazioni indiane del Brasile la cui assunzione ammonta a meno di mezzo grammo al giorno. 


Gli individui che invece eliminano con difficoltà il sale introdotto in eccesso si dicono SALE SENSIBILI. La pressione aumenta, entra nel rene e danneggia i capillari, creando un’ipertensione resistente. Da qui ritenzione idrica, edemi ecc. Per smaltire l’eccesso di valenze positive dato dal sodio, questi soggetti eliminano calcio (dalle ossa) andando incontro a osteoporosi e rischio di calcolosi renale. In tale categoria rientrano molti neri. 

 

Premesso che sarà compito dello specialista impostare la terapia idonea, in linea generale negli individui sale-sensibili occorrerà ridurre drasticamente l’assunzione di sodio e integrare con calcio, magnesio e potassio. (La Renina e l’Angiotensina sono soppresse, quindi in questi casi non serve l’Ace inibitore o il calcio antagonista, ma tutt’al più un diuretico.)

 

Il potassio in particolare ha dimostrato di poter ridurre l’insorgenza di ictus in questi soggetti: la cosiddetta dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), deve la sua capacità di abbassare la pressione proprio all’elevato contenuto in potassio dei vegetali di cui abbonda. In tantissimi casi, con la sola dieta e la normalizzazione del peso corporeo si riesce a far rientrare o quantomeno a ridurre molto i valori pressori.

Cosa fanno invece in tanti ospedali quando si trovano davanti un soggetto iperteso? Danno una dieta totalmente priva di sodio, e poi consegnano al paziente cinque bustine di sale da 1 g da utilizzare in tutta la giornata! Ora, se questo vuole essere un disincentivo all’utilizzo del sodio, è un’idea geniale. Ma poiché dubito di un tale livello di sagacia, mi chiedo che motivo ci sia di infliggere ai degenti un duplice supplizio, ossia far mangiare sciapo e poi “costringerli” a salare abnormemente il cibo (provate voi a utilizzare cinque bustine di sale…). Non sarebbe più saggio fornire una dieta comprendente 5 g di sale e NON dare loro altro sodio da aggiungere?

 

Lo sport è uno dei fattori più sopravvalutati in merito al discorso di un’eventuale deficit di sodio. In realtà è alquanto difficile che si instauri una carenza, sia perché ne assumiamo a sufficienza con l’alimentazione sia perché il corpo conserva bene i suoi elettroliti.


Grazie anche ai meccanismi di ritenzione, quando sudiamo non eliminiamo grosse quantità di sale, ma di acqua. Al termine di un’attività anche lunga, come la maratona (3 ore), si è eliminata molta più acqua che sodio: si è dunque in una situazione di sovraccarico elettrolitico, non di carenza.


Questo significa che la priorità del reintegro va data all’acqua e non ai Sali, come vi vogliono far credere i produttori di certe bevande. E in palestra invece si continua a veder bere quelle brodaglie… Tutto come 10 o 20 anni fa, nulla è cambiato. Alla faccia dell’evoluzione. Non è vero che a quelli che ve le rifilano stia a cuore la vostra salute, alla maggior parte di loro interessa solo vendere: la bevanda che “reintegra” i Sali è saporita, è colorata, si vende di più dell’acqua… perché dovrebbero limitarsi a (NON) distribuire la sola acqua?

 

 

 

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Commenti: 4
  • #1

    Honda (giovedì, 05 aprile 2012 06:25)

    Great info, thx

  • #2

    Moreno (sabato, 14 giugno 2014 03:54)

    Davvero interessante !
    Ennesimi complimenti .

  • #3

    Elisa (sabato, 10 febbraio 2024 11:03)

    Gentile Doc, invece sempre considerando il caso della maratona, si ha un consumo di magnesio e potassio, oltre all’acqua? Grazie mille

  • #4

    Giuseppe Musolino (domenica, 11 febbraio 2024 13:40)

    Per potassio e magnesio non ci sono gli stessi meccanismi di ritenzione del sodio, quindi in quel caso c'è un consumo reale. Infatti se si guarda la tabella sopra, i livelli dei due minerali nel sangue e nel sudore sono similari.