Il circolo vizioso delle diete

 

 

A volte il desiderio di mettersi a dieta parte da una visione distorta della propria condizione (non è l'unico movens, è uno dei tanti). Non si accetta la propria immagine allo specchio perché ci si percepisce brutti e inadeguati. Ci si isola sempre più perché ci si sente incapaci di sostenere il confronto con gli altri e si affida la realizzazione del proprio benessere al numero che compare sulla bilancia.

 

Ci si mette a dieta. Qualunque dieta si segua, il peso è difficile che in una fase iniziale non scenda. E dunque se ne ricava un aumento dell'autostima, che spesso spinge a stringere ancora di più l'alimentazione.

 

Ma arriva il momento che la dieta non funziona più, e allora si va in stallo, condizione sperimentata da tutti.

 

Allo stallo, la maggior parte delle persone risponde restringendo ancora di più la dieta.

 

Più stringi la dieta, più la fame monta.

 

Comincia il comportamento compulsivo. E dacché prima della dieta, anche se obesi, si evitava di pesarsi (da obesi c'è una negazione totale della propria persona), si passa a pesarsi con ossessione ogni giorno, spesso anche più volte al giorno, con il risultato di trovare ogni volta numeri diversi che mandano ancora più nel pallone.

 

Resisti oggi, resisti domani, arriva il momento che non resisti più e allora cedi (sgarro).

Allo sgarro segue un senso di colpa, e la colpa porta a espiazione, dunque purging di compenso, che può andare dall'ulteriore restrizione punitiva della dieta all'iperattività fisica o anche al vomito autoindotto.

 

Ne deriva uno stato di depressione che, se non porta a mollare tutto, induce a ripartire con la dieta, ma con gli stessi errori di prima (restrizione e proibizione).

 

Ricomincia il rimuginio su ciò che manca e su ciò che si desidererebbe, finché non si cede di nuovo alle tentazioni e si ripiomba nel senso di fallimento. A quel punto o si abbandona tutto (exit) perché subentra il pensiero dicotomico del tutto o nulla ("Ho fallito, tanto vale che molli tutto") oppure ci si ostina a riprovare con regimi sempre più punitivi. E ricomincia il ciclo.

 

Così, sul lato sinistro dell’immagine sotto troviamo un soggetto con comportamenti anoressici e sul destro lo stesso soggetto in bulimia, in un circolo che rischia di perpetuarsi e che lascia ogni volta chili in più.

 

E il regain del peso è l'ultimo dei pensieri, il problema principale è che si rischia di trovarsi imbrigliati in una rete di disturbi alimentari da cui non si riesce più a uscire.

 

Non giocate con le diete. 

 

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