IL FALSO MITO DI BRACCIO DI FERRO

 

 

 

Il ferro può avere due origini: animale e vegetale. Perciò dal punto di vista dietetico se ne distinguono due tipi:

 

 

1. Eme: è quello contenuto in proteine come l’emoglobina e la mioglobina, ragion per cui le fonti più ricche di questo tipo di ferro sono quelle animali, cioè le carni (soprattutto rosse, ma anche il pollame) e alcuni pesci. Non le uova. Costituisce circa il 40% del ferro contenuto nei cibi di origine animale. L’assorbimento è alto (35%) e non influenzabile, né in meglio né in peggio, da altri fattori.

 

2. Non-eme: è la maggior parte del ferro alimentare. Rappresenta il 100% di quello contenuto negli alimenti vegetali e il 60% di quello presente nel mondo animale. L’assorbimento è basso (2-10%) e influenzato da altri fattori: è migliorato da alcuni, quali proteine animali (ad esempio la carne di maiale) e acidi organici (acido citrico, acido ascorbico etc) e inibito da altri, come fitati (crusca, legumi, pane integrale), ossalati (spinaci, bietole), polifenoli (come i tannini nel tè, nel caffè, nel vino rosso, nei legumi), proteine vegetali, calcio, zinco e magnesio.

Alcuni nutrizionisti discreditano l’utilità del succo di limone sulla carne adducendo la motivazione che il ferro della carne sia ferro eme e che quindi la sua biodisponibilità non sia influenzabile: in realtà, come visto, il ferro contenuto nella carne è per il 40% eme e per il restante 60% non-eme, per cui è l’assorbimento di quest’ultimo (che tra l’altro è la maggioranza) che potrà essere facilitato dalla vitamina C del limone. Il caffé (come anche il tè) può inibire l’assorbimento del ferro non-eme: ecco perché andrebbe assunto a distanza dai pasti ricchi di tale forma di ferro (in questo senso, quindi, attenzione anche alle bibite contenenti caffeina). 

 

Quindi, deve cadere il mito di spinaci (ricchi di ossalati) e lenticchie (cariche di fitati e tannini) come insuperabile fonte di ferro. È la carne a rappresentare la miglior fonte di ferro. Va da sé che i vegetariani siano a rischio carenza. Per di più, l’apporto di rame, antagonista del ferro, nei vegetariani è spesso alto, rischiando di peggiorare la già compromessa situazione del ferro. Questa condizione è ancora più rimarchevole per un atleta, soprattutto se donna e ancor peggio se vegan. Alla luce di ciò, può dunque essere prudente nei vegetariani dosare periodicamente l’emoglobina, l’emocromo e lo stato completo del ferro (sideremia, transferrina, ferritina).

 

Cosa consiglia invece la maggior parte dei medici in caso di carenza di ferro? Lenticchie e spinaci! Pensate a tutti quei poveri bambini (come siamo stati anche noi) costretti al supplizio degli spinaci con la promessa di diventare forti come Braccio di Ferro. Il raggiro comincia sin da piccoli… 

 

 

 

Commenti: 1
  • #1

    Moreno (giovedì, 29 agosto 2013 15:12)

    Lavoro didattico e di semplice comprensione . Sfatato un mito con la semplice logica e cultura.
    Complimenti.
    Tutti i suoi lavori, non gli ho finiti di leggere tutti ma quasi, sono interessantissimi !