IL PIACERE E LA COLPA

 

L'anedonia nei disturbi alimentari

 

 

Dove c’è piacere c’è colpa. Si potrebbe pensare che dove ci fosse colpa non ci può essere piacere. Invece dove c’è colpa può farsi strada anche il piacere. È un modo che cerca il cervello per tentare di placare la colpa. Il cervello cerca sempre una via d’uscita, solo che talvolta può essere una via sbagliata. Prendiamo il caso dell’anoressia: si prova colpa nel mangiare e piacere nel digiunare e nel dimagrire. E più aumenta l’attenzione sul peso e sul grasso, più aumenta la colpa (1). Allora vado avanti, perché fino a che non vedo l’osso penso che si sia grasso. Perché la colpa porta a distorcere la visione delle cose.

 

Si va incontro a una distorsione emozionale e percettiva. Ossia le cose non si vedono più per quello che sono, e ovviamente questo conduce a insoddisfazione. Si parla di body dissatisfaction, cioè un’insoddisfazione derivante da una valutazione negativa relativa a peso, misure, muscolarità, tono. Pian piano si origina una struttura psichica ossessiva, con un ideale di perfezionismo che non viene raggiunto mai. 

 

L’ossessione si manifesta con riti maniacali: attività fisica compulsiva, salire infinite volte le scale, girare freneticamente intorno a un tavolo, attraversare una porta un determinato numero di volte, ordine morboso (es. il cibo nel piatto deve essere disposto in un determinato modo), igiene ossessiva (es. lavarsi in continuazione, specie se si tocca il cibo, perché potrebbe rimanere qualcosa sulle mani e poi finire inavvertitamente in bocca).

 

Spesso è la paura di deludere che spinge al perfezionismo. Molti genitori non si spiegano la caduta delle figlie in un disturbo alimentare quando fino a poco tempo prima le descrivevano come ragazze modello: introverse ma meticolose, diligenti, studiose, brave a scuola. In realtà, se si ascoltasse la versione delle figlie, quasi sempre si scoprirebbe come già allora si sentissero inadeguate e si preoccupassero di non meritare l’amore dei genitori perché non abbastanza brave e buone. Nella testa di queste ragazze, compiacere i genitori significa essere la dimostrazione della loro perfezione (2). Questo soprattutto nelle ragazze più piccole, perché poi subentra la contrapposizione adolescenziale.

Prende piede l’anedonia (3). Si perde cioè interesse per le esperienze piacevoli (cibo, sesso eccetera) e non traspare alcuna emotività dall’espressione. Più correttamente, siccome abbiamo detto che il piacere comunque tende a essere presente in una qualche sua forma, si va incontro a disedonia, cioè il piacere subisce una distorsione qualitativa, come nel caso sopra espresso relativo al piacere derivante dal digiuno e dal dimagrimento estremo (4).

 

L’anedonia/disedonia è una condizione molto frustrante perché l’incapacità di provare piacere per le attività che invece soddisfano tutti gli altri, fa sentire diversi. Questo può portare a una minore interazione sociale, a isolamento, a un peggioramento dell’autostima e di conseguenza a un’accentuazione delle somatizzazioni psicologiche, di cui i disturbi alimentari sono un’espressione.

 

Abbiamo due grandi sistemi nel cervello che regolano il piacere e il dolore derivante dalla colpa. È probabile che l’equilibrio di questi due sistemi possa andare incontro a delle alterazioni patologiche e determinare le condizioni patologiche tipiche di molti dca.

 

Il cibo allora fungerà da compensatore nei casi di emozionalità negativa oppure come boosting nei casi opposti, cioè come strumento per l’aumento di un’emozionalità già positiva. Oppure sarà l’assenza di cibo a compensare i casi di umore represso e depresso, come accade nell’anoressia. Ma il cibo appunto non è la causa, quanto semplicemente lo strumento utilizzato per compensare un’alterazione che è sempre a livello psichico.

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

  1. Pollet TV et al, Fat talk is predicted by body dissatisfaction and social comparison with no interaction effect: Evidence from two replication studies, Body Image, 1;38:317-324, 2021.
  2. Dalla Ragione L, Scoppetta M, Giganti d’argilla, Il Pensiero Sientifico, 2009. 
  3. Boehm I et al, European Eating Disorder Review, The Trajectory of Anhedonic and Depressive Symptoms in Anorexia Nervosa: A Longitudinal and Cross-Sectional Approach, ;26(1):69-74, 2017.

  4. Manna V, Dyshedonia. Role of hedonic homeostatic dysregulation in drug addictions and in other psychopathological disorders, Journal of Psycopathology, Vol. 9,  Issue 1, 2003. 

 

 

 

 

 

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