BEHAVIORAL ADDICTIONS
I social sono come il cibo. Il cibo è come una droga. I social sono una tossicodipendenza, una dipendenza tossica. Si parla di behavioral addictions (1), dipendenze comportamentali, cioè non legate al consumo di sostanze. La stessa cosa che avviene con il gioco d'azzardo, i videogiochi, la dipendenza da internet, la pornografia, lo shopping compulsivo, anche l’esercizio fisico. Gli stessi disturbi alimentari sono considerati alla stregua di tossicodipendenze.
Tutte queste dipendenze si basano su un fattore in particolare: la stimolazione della produzione di dopamina. La dopamina determina euforia e piacere. Per questo alcuni diventano dipendenti dai social e quotidianamente, molti anche più volte al giorno. Hanno bisogno della propria dose. Quando l’euforia cala, nuovo post, pioggia di like, euforia. E via così.
Tutti abbiamo il circuito di ricompensa cerebrale che rende gratificanti questi strumenti, solo che in alcuni questo circuito diventa disfunzionale e spinge alla ricerca patologica della gratificazione. Questo significa (2):
1. impulso irresistibile e perdita di controllo
2. sviluppo della tolleranza, cioè il comportamento che inizialmente era percepito come piacevole, positivo e gratificante è sempre più considerato spiacevole nel corso della dipendenza, perciò è condotto più a lungo, più spesso e più intensamente per ottenere l’effetto desiderato
3. sintomi da astinenza (psicologici e fisici)
La percezione che sia un comportamento sbagliato c’è, anzi è assillante, ma siccome è infruttuosa, causa ancora più frustrazione e sofferenza.
Questo non avviene solo nell’uomo (3). Elefanti e canguri si ubriacano bevendo da pozze in cui della frutta è maturata producendo sostanze alcoliche; i delfini giocano con il pesce palla per ricavare allucinosi; i cavalli mangiano erbe allucinogene; i bighorn amano i licheni narcotici; le scimmie consumano bacche allucinogene. Anche popoli paleolitici attuali fanno ricorso a sostanze allucinogene per entrare in contatto con un mondo spirituale.
Si avviano dei processi mentali (es. cosa mangiare per cena, quanti like arriveranno) che di per se stessi sono già premianti. È la fase appetitiva, di ricerca, di wanting, in cui si crea nel cervello un segnale di arrivo di un grosso beneficio, che fa salire il livello di piacere (e di dopamina) prima ancora del consumo.
Ad esempio, le persone con dca dedicano tantissimo tempo a rimuginare su quello che mangeranno. Comprano tantissimo cibo che poi non mangiano: il maneggiare il cibo senza mangiarlo amplifica la sensazione di potenza. Molte di loro cucinano anche, postano le ricette e poi non mangiano: cestinano il cibo o lo fanno consumare agli altri.
Con le droghe è un po’ diverso. Intanto le droghe stimolano la dopamina in maniera molto più forte di altre dipendenze.
Poi c’è una differenza tra i vari tipi di droghe. Ad esempio l’eroina è una droga utilizzata principalmente per uso casalingo, la cocaina per uso extra-casalingo. Questo probabilmente perché la cocaina stimola la dopamina e quindi attiva il sistema di esplorazione (4); è una droga pro-sociale. L’eroinomane invece si allontana dal mondo, perché l’eroina porta all’isolamento; probabilmente per il motivo che l’eroina non muove la dopamina ma la via degli oppioidi endogeni. Questo è dimostrato anche negli animali: il ratto “residente” preferisce l'eroina. Il ratto “fuori sede” preferisce la cocaina (5).
La stessa impennata di oppioidi endogeni si verifica nelle bulimiche, che spesso diventano dipendenti dal vomito. E così devono essere affrontate due dipendenze: quella da cibo e quella da vomito.
Dunque, dopamina nel piacere anticipatorio, oppiodi nel piacere consumatorio.
Il passaggio da una dipendenza all’altra è abbastanza comune. Nelle droghe è più frequente che un eroinomane transiti alla cocaina, piuttosto che il contrario. Si parla di addiction transfert. La stessa cosa si può verificare da dipendenza da cibo verso altre addiction (alcol, droghe ecc.) e anche nell’ambito dei disturbi alimentari (più frequentemente da anoressia a bulimia).
Buone notizie: anche se non esiste un concetto univoco per la diagnosi e il trattamento di queste patologie, le dipendenze comportamentali sono condizioni curabili tramite psicoterapia ed eventuali farmaci, o una combinazione di entrambi.
BIBLIOGRAFIA
- Grant JE et al, Introduction to Behavioral Addictions, Am J Drug Alcohol Abuse, 36 (5): 233–241. 2010.
- Albrecht U et al, Diagnostic instruments for behavioural addiction: an overview, in Psychosoc Med, vol. 4, 2007.
- Janiak MC et al, Genetic evidence of widespread variation in ethanol metabolism among mammals: revisiting the 'myth' of natural intoxication, Biology Letters, 2020.
- Duan Y, Increased cocaine motivation in tree shrews is modulated by striatal dopamine D1 receptor-mediated upregulation of Ca v 1.2, Addict Biol. 2021.
- Gage SH & Sumnall HR,). Rat Park: How a rat paradise changed the narrative of addiction. Addiction, 114 (5), 917–922, 2019.
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