Uomini e lupi

 

 

Uomini e lupi hanno più di qualcosa in comune. Il carnivorismo, innanzitutto. E con esso lo sviluppo dell'aggressività. Da quando l’uomo incontra la carne scopre che può uccidere. Il lupo uccide, ma solo per istinto di sopravvivenza, non per cattiveria o per perversione o per vendetta. Noi invece a volte uccidiamo anche per ragioni non legate alla sopravvivenza. Il motivo è semplice: lo sviluppo del cervello, del pensiero, che ha finito per creare uomini buoni e uomini cattivi. In natura non esistono lupi buoni e cattivi, esistono solo lupi.

 

La carne ci fa uscire dall’appiattimento cerebrale cui soccombevamo da sempre. 

Inoltre, soprattutto se paragonato all’uomo cacciatore, si riscontrano caratteristiche comuni: la caccia in branco, la suddivisione dei ruoli nell’approccio alla preda, l’uso di richiami vocali, la condivisione del cibo, la difesa dei cuccioli. Senza contare la possibilità di interazione tra le caratteristiche sensoriali di uno e quelle dell’altro: vista nell’uomo, odore e udito nel lupo.

 

L’alleanza fra le due specie è stata dunque vitale per la loro sopravvivenza. Ma per essere alleato dell’uomo, il lupo dovette essere prima domato. E il lupo domato si chiama cane. Ma come poteva aver fatto l’uomo ad addomesticare una specie così violenta, soprattutto considerando il fatto che fino ad allora nessun altra specie era ancora stata ammansita? 

Ora arriva la spiegazione, l’anello di congiunzione: i cereali. Una recente ricerca ha avanzato la teoria che circa 15.000 anni fa alcuni lupi avrebbero cominciato a frugare tra gli scarti umani, fino a diventarne dipendenti.

 

In pratica i primi insediamenti umani attirarono branchi di lupi, che cominciarono a cibarsi della spazzatura che conteneva alimenti ricchi di amido. 

Alcuni adattamenti genetici avrebbero permesso a quei lupi di tollerare i cereali e l’amido presente nella dieta degli uomini che da cacciatori stavano diventando agricoltori. E ciò ha costituito un passo decisivo per l'addomesticamento, perché gli uomini li avrebbero progressivamente abituati alla convivenza (1).

 

Nella fattispecie è stata individuata nei cani una quantità di geni che codificano per l’amilasi (un enzima che rompe le molecole di amido in glucosio) da 2 a 15 volte maggiore di quella dei lupi, che di conseguenza risultano assai meno idonei all'assimilazione dei cereali.

 

Non solo, la ricerca ha individuato anche geni coinvolti nello sviluppo del cervello che potrebbero rendere conto dell'indole meno aggressiva. 

 

Riepilogando, quando il lupo inizia a mangiare cereali ne diventa dipendente, pian piano perde aggressività, diventa cane, cioè docile, cioè animale domestico, cioè esattamente come l’uomo che da cacciatore diventa agricoltore. 

 

Le aree di addomesticamento dovrebbero essere state il Medio Oriente e il Sud-est asiatico, ma c’è incertezza sul periodo in cui ciò sia avvenuto (2, 3, 4, 5, 6).

 

I resti dei primi cani addomesticati risalgono a 14.000 anni fa, ovvero molto più tardi rispetto alla data suggerita dai genetisti, secondo cui la separazione genetica di lupi e cani sarebbe avvenuta circa 140.000 anni fa (7). In molti comunque ritengono che l’addomesticamento sia avvenuto più di una volta da popolazioni diverse e che poi questi animali si siano anche occasionalmente incrociati con i lupi. 


Quello che si sa per certo è che tra 14 e 11.000 anni fa, cane e uomo erano già così legati da venire persino sepolti negli stessi luoghi (8). C’è tuttavia da ritenere probabile che l’addomesticamento possa essere iniziato anche prima, ma che gli uomini abbiano iniziato a seppellirli successivamente (9). In alcuni casi, infatti, i cani venivano sepolti in fosse comuni, altre volte singolarmente e di rado insieme a esseri umani.

 

Ad ogni modo è singolare che proprio il lupo sia stato il primo animale addomesticato dall’uomo. Proprio una specie che non fornisce cibo o prodotti secondari come altri, ma solo difesa, compagnia e forse collaborazione nella caccia.

 

In uno degli ultimi articoli avevo scritto che è in parte colpa dei cereali se oggi abbiamo le patologie metaboliche, ma che dobbiamo ringraziare proprio i cereali se possiamo disporre di tutto ciò di cui godiamo: i termosifoni, i condizionatori, la tv, il frigorifero, la luce, il bagno in casa, l’acqua, il gas, internet...

 

Avevo dimenticato il cane.

 

 

 


 

BIBLIOGRAFIA

 

 

1. Lindblad-Toh K et al, The genomic signature of dog domestication reveals adaptation to a starch-rich diet, Nature, 10, 1038-11837, 2013.

 

2. Ovodov ND et al, A 33.000-year-old incipient dog from the Altai mountains of Siberia, evidence of the earliest domestication disrupted by the last glacial maximum, PLoS ONE 6, e22821, 2011.

 

3. Davis SJM, Valla FR, Evidence for domestication of the dog 12.000 years ago in the Nautifian of Israel, Nature, 276, 608-610, 1978.

 

4. Skoglund P, Gotherstrom A, Jacobsson M, Estimation of population divergence times from non-overlapping genomic sequences: exemples from dogs and wolves, Mol. Biol. Evol., 28, 1505-1517, 2011.

 

5. Pang JF et al, mtDNA data indicate a single origin for dogs south of Yangtze River, less than 16.300 years ago, from numerous wolves, Mol. Biol. Evol., 28, 2849-2864, 2009.

 

6. VonHoldt BM et al, Genome-wide SNP and haplotype analyses reveal a rich history underlying dog domestication, Nature, 898-902, 2010.

 

7. Vila C et al, Multiple and ancient origins of the domestic dog, Science, 276, 1687-1689, 1997.

 

8. Morey DF, Burying key evidence: the social bond between dogs and people, Journal of Archaeological Science, 33(2), 158-175, 2006. 

 

9. Vilà C, Relaxation of selective constraint on dog mitochondrial DNA following domestication, Genome Res., 16(8), 990–994, 2006.

 

 

 

 

 

 

 

 

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