La dieta nella giungla
A novantun’anni, è morto ieri Hiroo Onoda. Il nome non vi suggerirà niente, ma se vi dico Kamasuka di “Chi trova un amico trova un tesoro” con Terence Hill e Bud Spencer probabilmente a molti scapperà un sorriso. Era ispirata a lui infatti la figura del soldato rinchiuso in un fortino, ostinato a portare una guerra che ormai esisteva soltanto nella propria testa.
Fece parte dei cosiddetti “soldati fantasma” giapponesi. Quattro membri dell’esercito giapponese che entrati nelle filippine nel 1944 non obbedirono all’ordine di resa imposto dagli Alleati e si nascosero nella giungla, continuando la “missione” e combattendo contro gli abitanti dell’isola. Dei quattro, due perirono durante scontri a fuoco, uno si arrese e Onoda riuscì invece a continuare a nascondersi. Era stato avvisato della fine del conflitto, ma considerò falsi i documenti che comprovavano quel fatto.
Nel 1959 fu inviato un gruppo di ricerca guidato dal fratello di Onoda, Toshio. Il gruppo rimase sull’isola per sei mesi, invano. Come un ultimo tentativo il fratello prese un megafono e cominciò a cantare nella speranza che Hiroo avrebbe riconosciuto la sua voce. Ma Toshio era così emotivamente provato che la sua voce si ruppe, e Onoda si convinse che si dovesse trattare di un imitatore.
Nel 1972 partì un altro gruppo di ricerca, questa volta guidato dalla sorella e un altro fratello. In quell'occasione Onoda riconobbe le voci dei suoi fratelli, ma a quel punto pensò che ormai il Giappone era sul punto di riconquistare l’isola e anche in quell’occasione rimase nascosto.
Aveva ricevuto l’ordine di non arrendersi, a costo della sua stessa vita: “Hai assolutamente il divieto di morire per tua stessa mano. Potrebbero passare tre anni, cinque, ma qualunque cosa accada vi faremo tornare. Potrebbe essere necessario vivere noci di cocco. Se questo è necessario, vivi di noci di cocco! In nessun caso devi essere tu a dare la tua vita volontariamente”.
Dovettero mandargli il suo diretto superiore per convincerlo ad arrendersi. Come Trautman con Rambo. Era il 1974, ormai erano passati trent’anni.Vi era entrato a ventidue e ne venne fuori a cinquantuno. «Se non fossi riuscito a ubbidire, me ne sarei vergognato», disse quando si consegnò.
Fu riportato a Tokio, dove fu accolto come un eroe. Dopo averlo visitato, i medici dissero che stava bene ma rimasero sconvolti dal notare che non avesse carie! Semplicemente spazzolando i denti con la fibra delle foglie delle palme.Senza dentifricio per trent’anni! Ma anche senza zucchero.
La sua alimentazione comprendeva essenzialmente banane, latte di cocco e di tanto in tanto carne, quando poteva uccidere una mucca locale. Una vera e propria dieta paleolitica, quando la paleo non era di moda. Possibile perché le circostanze lo imponevano. Un ritorno al primitivismo più elementare, perché questo significa “dieta paleolitica”. È un’alimentazione che ti sceglie, non si fa scegliere. Giusto per ricordarlo a quei bamboccioni che giocano alla paleolitica con l’iPad in mano e le Hogan ai piedi.
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Maria (giovedì, 07 agosto 2014 10:44)
Quindi nella vera paleodiet l'utilizzo di carne e proteine animali è occasionale? Il fruttosio, tratto dall'alimento frutta, crea o no insulinoresistenza?
Grazie.
Giuseppe Musolino (lunedì, 13 luglio 2015 01:12)
Assolutamente occasionale: lunghi giorni di caccia con alimentazione ipocalorica e ipoproteica e brevi periodi di riposo con dieta iperproteica. La domanda sul fruttosio manca di un elemento fondamentale: la quantità. Poco fruttosio (mediamente al di sotto dei 30 grammi al giorno) non causa alcun danno metabolico.