Punire o educare?
Ancora danni e strafalcioni da parte di figure professionali che si impelagano in nutrizione e attività fisica senza cognizione di causa. Il mio nipotino di otto anni è un po’ sovrappeso e ha un problema di cattiva postura che gli comporta frequenti mal di schiena.
La mamma lo porta allora dalla sua pediatra, la quale ben pensa di indirizzarlo da un osteopata, suo amico. Dopo approfondita visita, il luminare in questione prescrive un congruo numero di $edute presso il suo studio ed emette la sua sentenza: “Questo bambino non deve più vedere televisione, cartoni animati e play station”.
Il piccolo torna a casa triste, e passando davanti alla tv accesa chiude gli occhi; poi mi telefona e mi dice singhiozzando: “Mi hanno detto che non posso più vedere la televisione… ma almeno mezz’ora a settimana posso guardare i cartoni?”.
Qualche giorno più tardi, la mamma lo porta dal medico curante per vedere cosa fare dal punto di vista dietetico. Sempre dopo visita approfondita (cioè senza neppure chiedere come mangi abitualmente il ragazzino), arriva l’ultima sentenza che suona di condanna: “Questo bambino non deve più vedere merendine, dolcetti e succhi di frutta”.
Ma dico, c’era bisogno di prendersi una laurea per liberare queste idiozie? Ma non sarebbe stato meglio se ve ne foste andati al mare? Per fortuna non gli hanno proibito il fumo e l’alcol, e adesso il piccolo è a casa depresso che affoga i suoi dispiaceri nel Vov.
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