Donne e menopausa
Quando la donna entra in menopausa si apre uno scenario classico che porta a uno stravolgimento fisico e non solo.
Quello che succede è che le ovaie smettono di funzionare e si riducono estrogeni e progesterone. Per supplire a questa carenza, il testosterone aumenta in proporzione. Questo fa sì che la donna acquisisca caratteristiche tipicamente maschili: spalle e torace si ingrossano, i glutei si appiattiscono, i fianchi si allargano.
Si inizia a ingrassare in posti in cui non si era mai accumulato grasso, come la zona addominale, perché quel grasso farà da nuovo sito di produzione ormonale.
Il testosterone (lipofilo, come ben sanno i culturisti) infatti ama il grasso, si infila negli adipociti e lì trova particolari enzimi (aromatasi) pronti a trasformarlo in estrogeni. Gli estrogeni servono a garantire una protezione alle ossa, a mantenere le basi biologiche della risposta sessuale e a stimolare la sintesi di colesterolo HDL, contenendo così il rischio cardiovascolare. Il grasso si sostituisce quindi all’ovaio.
Il punto è che continuando a ingrassare si va incontro a un capovolgimento della situazione. Cioè l’insulina a un certo punto comincia a trovare difficoltà a entrare nelle cellule (sia muscolari che adipose). Si verifica dunque una condizione di insulino-resistenza (e con questo inizia ad aumentare anche il rischio di diabete di II tipo).
Ciò porta nel tempo a una riduzione del livello di testosterone. E da quel momento si comincia a perdere massa magra (sarcopenia) a favore sempre più del grasso. Ci si sente cronicamente stanche e irritabili, il desiderio sessuale cala, il colesterolo tende ad aumentare (soprattutto la frazione LDL) e il rischio cardiocircolatorio aumenta come negli uomini.
Si verifica quella che è stata codificata come “Hypoactive Sexual Desire Disorder” (HSDD), una persistente assenza di pensieri e fantasie sessuali, che alla lunga porta ad atrofia vaginale e diminuita lubrificazione con conseguenti dolori durante eventuali rapporti (dispareunia), il che non fa altro che aumentare la condizione di stress psicologico.
La soluzione? Tenere sotto controllo il peso sin dall’inizio. Ok, ma in che modo? Leggevo i pareri di due professionisti molto quotati: uno consigliava di ridurre i carboidrati raffinati e di consumare le proteine a cena, l’altro di evitare certi alimenti proteici e di mangiare i carboidrati a cena. E la gente è sempre più disorientata. Non c'è alcun motivo di escludere alcun cibo, tanto meno eliminare intere categorie di alimenti. Né sarebbe corretto propinare un modello alimentare valido per chiunque. La dieta va individualizzata, senza estremismi, senza preconcetti e senza eliminazione di alcun alimento se non dopo attenta valutazione del singolo caso.
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