CHI HA PAURA DEL COLESTEROLO?
Questo potrebbe essere il tuo cervello sotto assunzione di uno dei farmaci prescritti legalmente per abbassare il colesterolo, quali le statine. Il cervello è in gran parte costituito da colesterolo, soprattutto le guaine mieliniche che isolano i neuroni e le sinapsi che trasmettono gli impulsi nervosi.
Il cervello ha dunque bisogno di colesterolo per funzionare pienamente. Alcuni studi ipotizzano che l’abbassamento drastico del colesterolo causato da questo tipo di
farmaci potrebbe rallentare le connessioni che facilitano il pensiero e la memoria, con maggior rischio di perdita di quest’ultima. Le statine potrebbero anche portare alla formazione di proteine
anomale, le stesse osservate nel cervello dei malati di Alzheimer. I cambiamenti iniziano a verificarsi entro sei settimane dall'inizio della terapia.
Poiché molti medici, causa la loro estrema bravura con i farmaci e la loro scarsa dimestichezza con dieta e attività fisica, sono soliti prescrivere terapie di questo tipo limitandosi a
raccomandare dal punto di vista alimentare “evita carne e formaggi”, credo che questo sia da tenere in considerazione.
Ma perché il colesterolo rappresenta un problema per le società civilizzate? Il colesterolo è una sostanza fluida che, in una parete estremamente liscia come quella dei vasi, di per sé mai vi si potrebbe ammassare. Difatti, non basta un’ipercolesterolemia perché si formi una placca: un soggetto con 300-400 mg di colesterolo potrebbe idealmente arrivare anche a 90 anni senza placche. Il problema di fondo è la condizione della membrana dei vasi. Se questa è sana, liscia, il colesterolo non avrà “punti di appiglio” e scorrerà tranquillamente. Ma se la membrana è danneggiata da condizioni tipicamente occidentali (fumo, alcol, diabete, ipertensione arteriosa, inattività fisica, obesità viscerale ecc.), si scatenerà una serie di risposte ossidative che porterà al deposito del colesterolo e alla formazione della placca. Le ultime tribù “paleolitiche” ancora esistenti non hanno di questi problemi.
La riprova dell’importanza di dieta e attività fisica viene dalle ultime tribù di cacciatori-raccoglitori ancora esistenti. Continuano a seguire lo stile di vita
paleolitico e il loro stato di salute è ottimo: l’obesità è praticamente assente, hanno livelli di colesterolo nel sangue invidiabili (non superano i 140 mg/dl) e una bassissima incidenza di
malattie metaboliche e cardiovascolari. E mangiano carne in abbondanza. Per loro è possibile fare a meno dei cereali, non perché vi rinuncino, ma perché non li conoscono!
La paleolitica è la migliore via nutrizionale esistente, ma a patto che:
1. andiate in giro seminudi,
2. rinunciate a tutte le comodità del mondo civilizzato,
3. vi procacciate il cibo nell’ambiente, e non al supermercato.
L’asserzione che il colesterolo alimentare possa alzare il colesterolo nel sangue e il rischio cardiovascolare non è corretta. Gli alimenti di origine animale
possono aumentare la colesterolemia NON per l'alto contenuto in colesterolo, ma per quello in acidi grassi saturi, che a sua volta può aumentare i livelli di LDL (cioè, il colesterolo
“cattivo”).
Il tuorlo è di solito uno degli alimenti più incriminato. È vero che è ricco di acidi grassi “buoni”, ossia monoinsaturi (1/3) e polinsaturi (1/3), ma lo è anche di saturi (altro terzo), soprattutto stearico e palmitico. E se è vero che lo stearico non agisce sulla colesterolemia, il palmitico lo fa. Da qui la raccomandazione di un limite al consumo di uova (INTERE!).
Non solo, il palmitico influenza negativamente la capacità dell’insulina di stimolare l’ingresso del glucosio nelle cellule, ossia favorisce la resistenza
insulinica. Per farvi capire, l’acido palmitico è quello presente nell’olio di palma, il grasso che è utilizzato in molti fast-food per friggervi le patatine. Questo perché dona loro un gusto più
allettante: l’olio di palma è effettivamente più gustoso di altri, essendo simile dal punto di vista molecolare al lardo. Inoltre, poiché è un grasso stabile, ne prolunga la durata di
conservazione. Avete mai visto il filmato di un esperimento (fatto in casa) in cui le patatine di certi fast-food non si decompongono mai? Questo potrebbe essere uno dei motivi.
Ultima chiosa. Gli animali (come l’uomo), al contrario dei vegetali, sono incapaci di ricavare glucosio dagli acidi grassi, ma possono fare l’inverso, ossia trasformare i glucidi in lipidi. Se mangiamo troppi carboidrati, l’eccesso viene convertito proprio in palmitico. Ciò significa che anche in una dieta totalmente priva di colesterolo, ma abbondante in carboidrati, la colesterolemia può aumentare.
Si noti che l’olio di palma e gli alimenti glucidici in generale sono prodotti vegetali, per cui NON hanno colesterolo, ma possono fare più danni di alimenti che ne contengano.
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Moreno P (sabato, 14 giugno 2014 23:06)
L' Olio di palma mi dà l ' idea di essere la " più potente arma di distruzione di massa" dopo (?!) il FRUTTOSIO.
Quest' ultimo, almeno, ha qualche pregio...
Bell' articolo. Come al solito !
Francesco (sabato, 29 aprile 2017 22:02)
Ho avuto periodi in cui consumavo 3 uova intere al giorno per vari mesi, senza problemi. Quante uova consiglia per un uomo adulto di 85 kg che fa palestra sul serio 3-4 giorni a settimana? Ci sono nutrizionisti che consigliano di far misurare i livelli di colesterolo prima e dopo aver introdotto più uova per vedere se ci sono differenze notevoli. Lei che ne pensa?
Giuseppe Musolino (lunedì, 01 maggio 2017 13:21)
Ormai è stato appurato che quello alimentare incide sulla colesterolemia solo relativamente. Molto più importante sembra essere quello ossidato, cioè quello presente in molti prodotti del commercio contenenti uova in polvere o latte in polvere o ancora nei salumi. Al di là dell’apporto alimentare, è quello che si forma nel sangue in presenza di stress ossidativo e infiammazione, che alla fine conduce alla formazione della placca ateromasica, motivo per il quale piuttosto che limitare il colesterolo alimentare si raccomanda di tenere sotto controllo i fattori di rischio per l’aterosclerosi (fumo, alcol, obesità, ipertensione, iperglicemia).
Francesco (mercoledì, 03 maggio 2017 21:44)
Grazie della risposta esauriente e semplice!