Cornetti "integrali"

 

 

 

Loro sanno che tu vuoi leggere la parola “INTEGRALE”, e te li fanno. Su misura.

 

Praticamente nessuna differenza col prodotto non integrale, solo una misera aggiunta di crusca che alla fine si rivela in una ancor più misera differenza di mezzo grammo sul totale di fibra.

 

Con in più lo stesso, solito codazzo di immondizia: margarina vegetale (grasso di palma, olio di girasole), zucchero, zucchero di canna (come se non bastasse lo zucchero), burro (come se non bastasse la margarina)…

 

Solo sei insignificanti calorie in meno, stessi carboidrati, stessi grassi, addirittura più sodio.

 

Però c’è Banderas che te li consiglia e che ti sottolinea “CON ZUCCHERO DI CANNA” perché sanno che ti ispira più fiducia, quando alla fine è zucchero.

 

Queste cose dovrebbero insegnarcele alle scuole medie, invece di farci perdere gli anni della formazione a suonare la melodia della Barilla col piffero. 

 

 

 

 

 

 

 

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Commenti: 3
  • #1

    Moreno (venerdì, 09 maggio 2014 21:34)

    La cosa 'ridicola' è che anche il prodotto più -semplice- oggigiorno contiene olio di palma, di colza e altre -schifezze di origine vegetale- celate da un' etichetta invitante. Mi viene in mente un tipo di margarina sul cui packaging vi è la scritta: ''RICCO IN OMEGA-3''...
    O peggio, secondo me, alcuni prodotti (taralli e piadine per fare un esempio) sulla cui confezione vi e' scritto: ''...con OLIO D'OLIVA'', mentre andando a leggere tra gli ingredienti si capisce come la quantità di olio d'oliva sia più scarsa di quella di grassi vegetali che -stranamente- non comparivano tra le scritte giganti della confezione.
    Mi chiedo se esistano delle leggi per salvaguardare il consumatore o meglio che gli limitino certe lampanti prese in giro !

  • #2

    Giuseppe Musolino (venerdì, 09 maggio 2014 23:37)

    Le leggi ci sono anche, ma quale legge in Italia non è aggirata? La tutela del consumatore è tutta nelle sue stesse mani, e la situazione è preoccupante perché il consumatore medio è ignorante dal punto di vista nutrizionale. È una forma di analfabetismo forse anche più grave di chi non sa leggere e scrivere. Urgono dei provvedimenti che formino un’educazione alimentare che lo renda capace di capire cosa sta comprando e cosa sta mangiando.

  • #3

    Moreno (domenica, 11 maggio 2014 14:00)

    Sono d'accordissimo. Secondo me a scuola ci dovrebbe essere l'insegnamento di educazione alimentare perlomeno alle scuole medie.
    Ps vediamo poi,per esempio, che lacune hanno certi medici in campo alimentare e come esse si ripercuotano sull' informazione comune sotto forma di infondati luoghi comuni.