Dr. Giuseppe Musolino
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Una nuova dieta…di cent’anni fa.
Ispirato a una storia vera.
Alice
Alice fissa il mare attraverso lo specchio, e pensa che in fondo nessuno è perfetto. Alice ha un marito e un uomo, a cui è fedelissima. Certi giorni ha paura di scoprirli, allora chiude gli occhi, supera piazze, viali, ciottoli, chiese, casevicoliepalazzi, portoni, androni, oblò, biciclette & seggioloni, “nonsifittanocaseaimeridionali”, scale e altrescale, porte, toppe, prigioni, orge, zerbini, ragionieri, piantegrasse, morte, scale e ancorascale. Due mandate in faccia al mondo e da lassù riesce a non vedere la pioggia cadere. Alice sogna molto e dorme poco. Poi mette il sogno in un foglio, il foglio in una bottiglia e la bottiglia sul mare, pregando dal molo che la corrente giri e le riporti indietro il suo uomo. Vuoto a perdere. Alice porta sempre lo stesso vestito, così se lui tornasse la riconoscerebbe. Intanto sotto piove. Alice si accende una sigaretta, sbuffa e guarda i gatti che muoiono nel sole.
Un’iniezione di fiducia
Un giorno, Alice sente Irene del quarto piano discutere di una certa “dieta con le punture”. Incuriosita, si rivolge ad un medico.
“Di che si tratta?” chiede al dottore. “Sono ormoni che produce naturalmente una donna in gravidanza,” le risponde lui “gonadotropine, per la precisione. Sopprimono il senso della fame e ti danno quell’energia che con la dieta stretta che andresti a seguire non avresti”.
Alice non accetta subito, dice che vuole pensarci. Si informa in giro. Ci sono altre persone che stanno seguendo questa terapia e sono già dimagrite. Alla fine pensa: “Ho già tre figli, l’avrò prodotta pure io”. Allora si presenta dal dottore per nuove rassicurazioni. Le ottiene e sebbene da sempre odiasse le punture, decide di buttarsi in questa avventura.
“Dunque, un’iniezione al giorno per 40 giorni”, le spiega il medico. “Interrompi solo quando arriva il ciclo. Dopo, quaranta giorni di pausa e quindi inizi un secondo ciclo uguale”.
Il dottore le prescrive anche una dieta composta unicamente da 100 grammi di proteine a scelta cucinate senza grassi e senza condimenti, un ortaggio senza olio per contorno, due grissini, un frutto. Stop, nient’altro. Questo sia per pranzo che per cena. Niente pane, niente pasta, niente fuoripasto, niente colazione, niente spuntini. Alice è allibita e chiede con riverenza: “Come faccio a vivere con così poco?”. E lui la rabbonisce: “Ma allora perché facciamo le punture? Prova...”. Così Alice torna a casa, si organizza con le “siringhe piccole” e già dal giorno dopo inizia con la dieta e con le iniezioni.
Dopo la prima settimana, il peso era già calato di tre chili, e al termine del primo ciclo i chili persi erano ben dodici! Ma il bello era che, come le aveva promesso il dottore, non aveva veramente più fame tra un pasto e l’altro. Non sentiva il peso del dover stare a dieta. E per di più, si sentiva bene.
Passano quaranta lune, e inizia il secondo ciclo. Questo funziona come il primo e alla fine si ritrova con altri dieci chili in meno. Totale: venticinque chili persi in quattro mesi. E nessuna fatica. Non andava nemmeno in palestra. Aveva speso quattrocento euro per ciascuna terapia. Nemmeno tanto, in fondo.
Tutto filava via benissimo. Si sentiva alla grande, tutti a complimentarsi con lei: “Ma come hai fatto?”, “Sembri un’altra, stai benissimo!”.
Alice aspetta un figlio.
Sole spento
Aveva appena iniziato ad assaporare le lodi, quando poco tempo dopo Alice inizia a stare male. Scopre di essere incinta. Urla. Ride. Piange. Ride. Contemporaneamente, si accorge di qualcosa di strano: inizia a notare un diradamento tra i capelli sopra la fronte. All’inizio non riesce a spiegarsene la ragione. Non la ricollega immediatamente alla terapia seguita. Il diradamento avanza e si fa sempre più evidente. Esasperata, decide di rivolgersi a un centro medico specialistico. Qui, le eseguono l’esame del capello e la avvisano che i suoi bulbi si sono atrofizzati per la carenza alimentare, indebolendole i capelli. La situazione è grave, deve fare subito una cura molto costosa. Tra trattamenti, esami e visite specialistiche, arriva a spendere migliaia di euro.
Ma i capelli erano destinati a diventare l’ultima delle sue preoccupazioni. Poco tempo dopo, Alice perde il suo bambino. E da lì inizia a perdersi anche lei. Entra in una seria forma di depressione, che la costringe a sottoporsi alle cure di uno psicologo. Riacquista il peso perso con gli interessi, e alimenta ulteriormente il proprio malessere. Peggiora. Passa alle cure di uno psichiatra, che la sottomette ad una pesante terapia farmacologica. Ingrassa ancora. Impazzisce.
Il tempo è passato, e oggi Alice fissa ancora il mare. Se almeno lei riuscisse ad arrampicarsi su per il cordone, si salverebbe. I conigli saltano via dai suoi capelli bianchi. I gatti se ne stanno all’ombra a guardare il suo corpo radicato nel molo. Mentre lei aspetta sempre che la risacca le ritorni il suo uomo. Poi chiude gli occhi, aspira forte e sbuffa nel sole, che piano piano se ne muore.
hCG
Cos’è l’hCG? HCG è l’acronimo inglese di “Gonadotropina Corionica Umana” (Human Corionic Gonadotropine). Si tratta di un ormone prodotto esclusivamente dalla donna in gravidanza: inizia a formarsi quando l’ovulo fecondato si è impiantato nell’utero, cioè all’incirca tre giorni dopo l’unione tra lo spermatozoo e l’ovulo. Ha l’importante compito di mantenere in vita il corpo luteo, che a sua volta è indispensabile per il corretto proseguimento della gravidanza. Oltre a produrre ormoni (progesterone in primis), l’hCG è infatti necessario a creare un ambiente uterino adatto all’annidamento dell’ovulo fecondato.
Dopo i primi tre mesi di gravidanza, il suo livello scende perché la placenta è ormai in grado di produrre da sola una quantità sufficiente di ormoni, e non è più quindi necessario mantenere in vita il corpo luteo.
Purtroppo, molte donne sono costrette ad una terapia integrativa perché non producono sufficienti quantità di hCG. Ecco l’utilità terapeutica di questo farmaco.
Un giorno di molti anni fa, però, qualcuno ebbe l’idea di farne un altro utilizzo.
hCG diet story
Nel 1954, il medico inglese Simeons fu il primo a descrivere un nuovo metodo dietetico che combinava una riduzione dell’introito alimentare (500 kcal al giorno) con iniezioni giornaliere di hCG (125 UI) (1). Simeons fu a sua volta molto influenzato da Frölich, che nel 1901 aveva denunciato il caso di un ragazzo con ritardo dello sviluppo sessuale e obesità a causa di un tumore pituitario, che rispondeva al trattamento con hCG (2, 3, 4). L’episodio fu talmente importante che da allora quel quadro patologico divenne appunto noto come “sindrome di Frölich”.
Sulla scia di quel primo studio, dunque, Simeons credette che nella maggior parte dei casi di obesità la distribuzione del grasso in eccesso ricordasse la sindrome di Frölich e pensò che valesse la pena di provare con la stessa terapia, ossia iniezioni intramuscolari di hCG una volta al giorno per sei giorni a settimana per sei settimane, combinando il tutto con una dieta di 500-550 calorie al giorno.
Nell’intento di Simeons, la contemporanea somministrazione di hCG avrebbe garantito le funzioni vitali ed i livelli di energia anche con una quantità così esigua di calorie, preservando le proteine muscolari e costringendo il corpo ad utilizzare i grassi di deposito. In questo modo, Simeons pensò che sarebbero state scongiurate le conseguenze immediatamente più gravi (tra cui anche un potenziale effetto letale per denutrizione), e in tempi abbastanza brevi si sarebbero potute perdere notevoli quantità di adipe (250-600 g di grasso al giorno).
Nello specifico, lo scopo del sistema non doveva essere quello di far perdere più peso nel corso di un ciclo di 4-6 settimane rispetto ad un protocollo dietetico senza hCG, ma quello di limitare la sensazione di fame, di poter mantenere la dieta e anche di favorire la perdita di grasso in specifiche parti del corpo (es. anca, addome, cosce), la cosiddetta “spot reduction” (5, 6, 7).
Il bluff della dieta hCG
Una quantità così esigua di calorie, come quella consigliata nella dieta dell’hCG (500 calorie), è ben al di sotto del minimo necessario per la sussistenza. Oggi, quel livello calorico viene utilizzato in clinica solo per soggetti gravemente obesi, non certo sovrappeso, e per brevissimi periodi. Si parla di “digiuno modificato”, in cui quelle pochissime calorie provengono in modo quasi esclusivo dalle proteine, al fine di cercare di preservare quanto più possibile il tessuto magro del soggetto (8, 9, 10). Ma sin dall’inizio del ‘900 (11) si sa che questo adattamento dura poco (circa 4-5 giorni), dopodiché, proseguendo col digiuno, il metabolismo basale cala di circa il 20-30%, paradossalmente anche a causa della perdita di peso, e aumentano fattori stressogeni e proteolitici come il cortisolo, che aumentano il catabolismo della massa magra. Ciononostante, è curioso come molti nutrizionisti ancora oggi continuino a prescrivere regimi dietetici da fame: come combattere le mosche con l’atomica.
Ad ogni modo, le osservazioni di Simeons non rimasero isolate, ma anzi furono avallate da quelle di altri ricercatori su alcune popolazioni del terzo mondo. Qui, dove la natalità è elevatissima, qualcuno notò come le donne riuscissero a portare a termine la gestazione anche in condizioni di privazioni alimentari estreme. Così, cominciarono a fioccare pubblicazioni sul tema. Una miriade di studi venne condotta con pazienti di entrambi i sessi e a dosaggi diversi di hCG, talvolta confermando (12, 13, 14, 15, 16, 17), ma più spesso smentendone l’efficacia (18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32). Alla fine, per sconfessarne ogni utilità dimagrante, si trovarono costrette a intervenire sia la Food and Drug Administration (33, 34) che addirittura la stessa casa di produzione dell’hCG, la quale dovette pubblicamente ammettere: “Il prodotto non ha alcun effetto noto sulla mobilitazione del grasso, sulla distribuzione dell’adipe o sull’appetito. Per cui non ha dimostrato di essere un’efficace terapia aggiuntiva per l’obesità”. (2)
hCG & body building
Al di fuori dell’ambito medico, l’hCG ha sempre avuto larga notorietà nel campo sportivo, del body building in particolare. Il suo impiego, infatti, è stato sempre molto in voga tra i culturisti che utilizzano steroidi. Non è un farmaco dopante, ma è da sempre usato per tentare di ripristinare la produzione di testosterone endogeno, spesso soppressa al termine di un ciclo steroideo.
Gli steroidi assunti determinano inizialmente un aumento dei livelli di testosterone, che si accompagna al desiderato aumento di massa muscolare. Ma la saturazione recettoriale a cui il soggetto va incontro “costringe” ad un aumento costante delle dosi iniziali di steroidi. Così facendo, si instaura frequentemente un feedback negativo dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e queste ultime possono risultare rallentate, se non addirittura bloccate, nella propria produzione di testosterone (perché viene meno l’LH ipofisario) e di sperma (perché viene meno l’FSH ipofisario). Il pericolo potenziale è dunque quello di andare incontro, soprattutto nei cicli lunghi e ininterrotti, ad atrofia testicolare, con rischio di impotenza e sterilità.
Inoltre, accade che il corpo registri l’eccesso di ormoni androgeni e, nel tentativo di arrivare ad un corretto rapporto di testosterone ed estrogeni, tenti di correggerlo esponendo parte di essi ad un processo chiamato “aromatizzazione”, trasformandoli cioè in estrogeni e determinando l’insorgenza di fenomeni indesiderati, quali la ginecomastia (fig. 1).
Fig. 1 Esempio di ginecomastia.
A questo punto, per cercare di ripristinare la situazione endocrina, nella seconda parte del ciclo si prova abitualmente a diminuire progressivamente le dosi dei farmaci steroidei per far riprendere all’organismo la propria produzione endogena. Ma questo spesso non basta, e allora ecco che per aiutare la ripresa dell’asse alla fine di un ciclo steroideo si fa di prassi seguire la somministrazione di hCG. Prassi sempre in discussione e mai pienamente soddisfacente. Anzi, soprattutto nell’utilizzo “classico” a botte da 2000 UI nel post-ciclo, questa pratica ha spesso dimostrato di poter addirittura peggiorare la situazione (maggior ginecomastia e maggior tempo di ripresa gonadica) poiché il farmaco viene inserito in un sistema già saturo. Ecco il perché dei forti dubbi, che hanno talvolta fatto propendere gli atleti verso altre soluzioni, chiaramente sempre “self-made” giacché anche i più preparati tra gli endocrinologi capiscono solitamente di riattivazione dell’asse post ciclo come un meccanico di utilitarie capisce di Formula Uno.
Questa discorso è stato utile perché l’utilizzo dell’hCG a scopo dimagrante è proposto non solo per le donne ma anche per gli uomini.
Effetti collaterali
Come dimostrato dall’esperienza di Alice, l’utilizzo di hCG ha in sé la potenzialità di causare effetti collaterali importanti. La donna si trova ad assumere un ormone che il suo corpo produce normalmente durante la gravidanza, per cui l’organismo può essere ingannato e credere di essere in fase di gestazione, con la conseguenza di un possibile ingrossamento delle ghiandole mammarie (e fin qui qualcuna potrebbe anche essere interessata…), ma in alcuni casi anche di produzione di piccole quantità di latte. Inoltre, sono possibili iperstimolazioni ovariche (con formazione di cisti che richiedono laparotomia) e gravidanze indesiderate e anche multiple (con un aumento dell’incidenza di aborto e morte perinatale) (35). Può poi facilmente verificarsi, come riscontrato da Alice, una consistente caduta di capelli, anche questa riscontrata comunemente in gravidanza da molte donne. Ancora, per controbilanciare le variazioni ormonali che potrebbero venire a verificarsi con l’uso di hCG, la donna potrebbe registrare un’anomala produzione di ormoni maschili, con conseguente possibilità di segnali mascolinizzanti, come ad esempio l’irsutismo o la voce roca.
Nell’uomo, gli effetti sono ancora più sgradevoli: diminuzione del desiderio sessuale per rebound, impotenza, ginecomastia, voce dai toni più acuti, pubertà precoce (2).
Sono poi stati registrati effetti comuni per entrambi i sessi: gravi emicranie, dolore al sito di iniezione, gastroenteriti, colecistiti (da richiedere colecistectomia), affaticamento, irritabilità, ansia, depressione (2, 3, 27, 36), aumento di acido urico (plausibilmente associato alla competizione tra esso e alcuni chetoacidi per il trasporto nei tubuli renali) (37, 38) e significative diminuzioni dell’ematocrito e della conta dei globuli bianchi, sia nei gruppi sotto hCG che in quelli trattati con placebo, molto probabilmente a causa della severa restrizione calorica e della perdita di proteine, vitamine e minerali (39, 40, 41).
Alice nella rete
Come detto, l’hCG ha una sua importanza terapeutica, giacché molte donne non riescono a produrre sufficienti livelli di gonadotropine. Per il resto, si può affermare che non vi è alcuna prova sostanziale che il prodotto dia, in senso dimagrante, maggiori risultati di quelli che risulterebbero dalla sola restrizione calorica. Il successo di un programma dietetico è basato sulla motivazione e su una buona informazione, piuttosto che sulla somministrazione di pozioni magiche. Anzi, poiché l’uso di hCG si è rivelato inefficace nel trattamento dell’obesità, esiste il rischio concreto che i pazienti possano demoralizzarsi e non rispondere bene a trattamenti che potrebbero invece aiutarli. Oltretutto, l’uso del farmaco è costoso e può deviare le risorse da aree di contributo più importanti per la salute della comunità. Ciò nonostante, qualche medico “sbrigativo” e poco aggiornato potrebbe essere tentato di proporlo, come pare emergere da diverse testimonianze in rete. Quindi, soprattutto in considerazione del fatto che l’utilizzo di hCG come terapia per la gestione dell’obesità è stato da tempo completamente screditato e respinto dalla maggioranza della comunità scientifica, è bene ricordare che qualsiasi medico che esponesse con tale pratica un paziente ad effetti indesiderati potrebbe essere chiamato a rispondere di responsabilità civile e anche penale (2).
“Se così fosse, potrebbe essere; e se così non fosse, sarebbe; ma dato che non è, non si dà. È logico.” Ma tutto questo Alice non lo sa.
BIBLIOGRAFIA
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