Dr. Giuseppe Musolino

 

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I demoni dell’alimentazione.

 

 

 Fino a ieri lottavo contro l’anoressia. E già ero disperata. Ora si è aggiunto un altro problema, forse sconosciuto alla maggior parte delle donne, ma - ho saputo - abbastanza comune fra le anoressiche: il mericismo. Molti di voi non lo conosceranno neanche e io non voglio certo star qui a spiegare il suo significato (ho cercato il nome scientifico apposta perchè mi vergogno di ciò che faccio)... so solo che, sebbene non sia molto diffuso, esiste. Ed io ne sono la riprova. Mi farebbe piacere sapere di non essere sola...

 

 

Più lo mandi giù…

Anoressia e bulimia sono ormai arcinote. Qualcuno ha anche imparato a conoscere ortoressia, bigoressia, afrodalgia, pulcheropatia ecc. Esiste tuttavia un’altra alterazione del comportamento alimentare ancora pressoché sconosciuta ai più: il mericismo, anche noto come disturbo di ruminazione. Tutti abbiamo visto almeno una volta nella vita soggetti impegnati in dimostrazioni pubbliche in cui prima ingoiavano e poi rigurgitavano oggetti di ogni tipo: vetri, palline, fazzoletti, chiodi, spade, lame, coltelli, metalli vari. Bene, lì magari c’è il trucco sotto; esistono invece individui capaci di richiamare una parte più o meno consistente del cibo ingerito dallo stomaco alla bocca… per rimasticarla e poi nuovamente ingoiarla! Come si dice, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi… e il “male” tende a venir fuori. Si tratta di una sorta di rigurgito, che affonda le sue radici nella nostra nascita: frequentemente infatti il mericismo si osserva nei bambini, nei neonati (1).

 

 

Mother and son

Contrariamente a quanto si possa pensare, non è una patologia nuova: casi di mericismo sono riportati in letteratura sin dal diciassettesimo secolo (2). Gli studi iniziarono ad intensificarsi a partire dagli anni 50, proprio sui bambini (3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12). Il fenomeno era allora poco noto ai medici, ma molto grave per la sua elevata mortalità.

La madre è una figura chiave (13). La maggior parte dei bambini colpiti da mericismo, infatti, si trova ad essere privata fisicamente o qualitativamente del rapporto con la figura materna, dopo un periodo in cui la relazione con questa sia stata relativamente appagante (14). L’allattamento garantisce al bambino il primo ristoro dal travaglio fisico, e il contatto “caloroso” con la pelle della madre gli procura una sensazione di sicurezza e di benessere psicofisico. La certezza di essere amato. Purtroppo, talvolta queste condizioni basilari vengono a mancare. Le madri, quelle madri, vennero allora descritte in quegli studi come “personalità immature, e per il bambino sottoposto a svezzamento precoce fu coniata la “teoria dell’imitazione. Si capì cioè che per riprodurre le sensazioni piacevoli nella bocca provocate dall’allattamento, i neonati ricorrono, in assenza della madre, alla suzione del proprio dito perché in questo modo stimolano in modo ritmico l’interno della bocca e del palato, in maniera simile a quanto avrebbero fatto con il seno materno.

 

 

Uomini soli

Il mericismo ha dunque una base depressiva (15). Si manifesta intorno al terzo mese di vita e colpisce i bambini lasciati spesso soli, perché in condizioni di solitudine essi eludono più facilmente il controllo dell’adulto (16). Così facendo, interrompono ogni contatto con il mondo esterno ed evidenziano una sensazione di serenità, accompagnata dal rigurgito del latte dalla bocca, assumendo un’espressione di beatitudine che li rende simili ai bambini che terminano la poppata al seno. È dunque plausibile che così facendo il neonato intenda imitare (sostituire) l’allattamento che la madre bruscamente interrompe. Per certi versi si può dunque affermare che è la relazione tra madre e figlio a rivestire un ruolo cruciale nella formazione di quest’ultimo, ancor più del “semplice” metodo di alimentazione. Non è escluso che la carenza di amore e attenzione in tenera età possa in seguito predisporre a rapporti alterati con il cibo. Già da piccoli, infatti, questi soggetti mostrano un comportamento alimentare “aggressivo”: tendono a bere rapidamente, desiderano grandi quantità, sembrano sempre insoddisfatti.

  

 

… più ritorna su

Prima che mi s’infiammi il Mototopo, mi affretto a precisare che il disturbo di ruminazione non è esclusivo del bambino, ma può riguardare anche gli adulti in alcuni (rari) casi di anoressia e di bulimia nervosa (2, 17, 18, 19). Mentre nel neonato il fenomeno è involontario, il soggetto anoressico colpito da mericismo impara ad eseguire dei movimenti ritmici di contrazione e rilasciamento del diaframma, che porta prima ad un aumento della pressione gastrica, poi all’apertura dello sfintere esofageo inferiore (20) ed infine alla risalita del bolo gastrico prima nell’esofago e poi in gola. Sarebbe, in pratica, una peristalsi inversa - sebbene questa sia stata finora osservata solo negli animali ruminanti e mai nell’uomo.

Il meccanismo può anche essere ripetuto più volte con lo stesso bolo, e con questo stratagemma i soggetti anoressici ottengono il duplice fine di illudere se stessi e gli altri di star consumando sufficienti quantità alimentari. Per vergogna, l’atto viene solitamente eseguito in privato (come fa il neonato), lontano da sguardi di critica e di disgusto. Proprio per questo motivo, la vera incidenza negli adulti è sconosciuta.

 

 

Exit 

L’insidia maggiore nel bambino è il sopraccitato disinteresse per l’ambiente esterno, che in casi estremi può condurre ad una condizione di isolamento autistico. Instaurando un rapporto maggiormente caloroso col bambino, il problema quasi sempre scompare. Talvolta, però, se non prontamente diagnosticata e curata, la patologia può lasciare gravi deficit, soprattutto psichici o di crescita (14, 16, 21).

Nell’adulto, anoressia a parte, di solito non ci sono sintomi di rilievo. È necessario un attento esame clinico dell’apparato gastrointestinale superiore per escludere un’ostruzione meccanica o altri disturbi, quali ad esempio il reflusso gastroesofageo. La ruminazione è diagnosticata “semplicemente” tramite l’osservazione; il problema è che, come detto, l’osservazione viene spesso elusa. Per la diagnosi, occorre un periodo di almeno un mese dopo un periodo di funzionamento normale. La terapia è essenzialmente di supporto, tramite utilizzo di tecniche comportamentali, come il rilassamento. Se il cibo viene rigurgitato di continuo e causa perdita di peso, come appunto può succedere nell’anoressia, può rendersi necessaria una consulenza psichiatrica.

 

 


 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

 1. Schmitt M, Peiffert B, Pierre E, Barthelme H, Nissen’s operation in children with brain diseases, Chir Pediatr, 27 (3), 138-142, 1986.

 

 2. Parry-Jones B, Merycism or rumination disorder. A historical investigation and current assessment, Br J Psychiatry, 165 (3), 303-314, 1994.

 

 3. Nemours-Auguste, Clinical and radiologic observations on nine cases of merycism, Sem Hop, 29 (78), 4139-4143, 1953.

 

 4. Nemours-Auguste, Clinical and radiologic considerations on nine cases of merycism, Arch Mal Appar Dig Mal Nutr, 42 (6), 833-836, 1953.

 

 5. Bernard A, Identity of the pathogenic mechanism of aerophagy, merycism, vomiting and Morton's cough; essential role of thoracic aspiration, Sem Hop, 32 (18), 1006-1015, 1956.

 

 6. Setka J, Merycism & rumination, Cesk Gastroenterol Vyz, 11 (5), 340-344, 1957.

 

 7. Monges H, Monges A, Coignet J, Study of a case of merycism (with presentation of a radiocinematographic film), Arch Mal Appar Dig Mal Nutr, 48(4):364-71, discuss 371-374, 1959.

 

 8. Monges H, Monges A, Legre M, Radiocinematographic study of a further case of merycism, Arch Mal Appar Dig Mal Nutr, 49, 961-969, 1960.

 

 9. Monges H, Monges A, Legre M, On merycism, Gaz Med Fr, 68, 2655-2666, 1961.

 

10. Aubry J, Dalloz JC, Lajeunesse BS, De beaurepaire E, Merycism, Arch Fr Pediatr, 1097-1105, 1964.

 

11. Kreisler L, Mugnier A, Merycism in child stomatology, Rev Stomatol Chir Maxillofac, 67 (9), 496-500, 1966.

 

12. Alary MR, Hiccups and merycism in current gastroenterologic practice, J Med Lyon, 50 (167), 1005-1011, 1969.

 

13. Boucher L, Severe digestive disorders in infants: infants who let themselves die?, Psychiatr Enfant, 30 (1), 5-32, 1987.

 

14. Brunod R, Baudon JJ, Severe rumination in infants, Arch Fr Pediatr, 48 (4), 253-256, 1991.

 

15. Joormann J, Dkane M, Gotlib IH, Adaptive and maladaptive components of rumination? Diagnostic specificity and relation to depressive biases, Behav Ther, 37 (3), 269-280, 2006.

 

16. Brunod R, An infant's "forbidden games" (related to six cases of severe merycism), Psychiatr Enfant, 32 (2), 451-494, 1989. 

 

17. Guedeney A, An update on merycism and early depression: a critical review of the literature and a psychopathological hypothesis, Psychiatr Enfant, 38 (1), 345-363, 1995.

 

18. Warter J, Storck D, Bareiss P, Tongio J, Kieny R, Phreno-celiac disease and merycism in adults, Sem Hop, 52 (42), 2401-2406, 1976.

 

19. Dubois F, Lasser JP, Is surgical treatment appropriate for merycism in the adult? 3 surgically treated cases, Nouv Presse Med, 3 (19), 1211-1212, 1974.

 

20. Gillion JM, Metman EH, Picon L, Dorval ED, Merycism or gastroesophageal reflux: value of antroduodenal manometry, Gastroenterol Clin Biol, 15 (3), 250-253, 1991.

 

21. Guedeney A, An update on merycism and early depression: a critical review of the literature and a psychopathological hypothesis, Psychiatr Enfant, 38 (1), 345-363, 1995.