Dr. Giuseppe Musolino

 

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Più grossi di così… si muore!

 

 

L’angoscia del sogno più nero risveglia la paura di esistere.

 

 

 

Bad obsession

Fino a ieri nessuno lo avrebbe creduto e invece è successo: Dorian Gray è vivo! E dilania gli uomini e le loro tele vuote. Corpi mai dipinti. Corpi pesanti per il Cielo. Corpi che non vogliono invecchiare. Corpi che si guardano continuamente allo specchio. Corpi che si odiano. Corpi che si pesano e si misurano innumerevoli volte al giorno. Corpi che ogni mattina impiegano un’ora per pettinarsi. Corpi che vanno sotto i ferri per essere più Corpi. Corpi che fanno esercizio fisico in modo compulsivo, specie quando si sentono in colpa per aver mangiato troppo. Corpi che si fanno licenziare perché la propria occupazione non permette di trascorrere almeno due ore al giorno in palestra o perché non consente loro di poter disporre di un frullatore per preparare pasti iperproteici ogni due ore. Corpi che vogliono essere altri Corpi. Corpi che disertano il primo compleanno del proprio figlio perché devono terminare un workout di sei ore. Corpi che si rifiutano di baciare la fidanzata per paura di assumere calorie dalla saliva. Corpi (anche culturisti) che cercano di evitare le situazioni in cui devono spogliarsi in pubblico per il timore/terrore di non essere adeguatamente grossi e apparire piccoli davanti agli altri Corpi. Corpi stretti nel proprio corpo. Corpi pesanti per la Terra. Corpi che bramano la terra.

Questa nuova ossessione ha un nome: bigoressia.

 

 

Big obsession

Bigoressia è una locuzione che fonde un termine inglese (big=grande) ed uno latino (orex=appetito), ad indicare la “fame di grossezza”, ovvero la smania di avere un corpo più muscoloso e più magro di quello che attualmente si abbia o si percepisca di avere (1). La patologia è caratterizzata da una cronica insoddisfazione per il proprio aspetto fisico, una forma di dismorfia corporea (“muscle dysmorphia”) in cui si diventa patologicamente preoccupati di perdere il proprio peso e/o le proprie misure muscolari (2), provando imbarazzo e senso di vergogna per la propria immagine corporea.

Il tutto si accompagna a comportamento punitivo e auto-proibizionista, con rigide e deleterie regole alimentari, training compulsivo, uso di steroidi anabolizzanti e di altre sostanze (efedrina, clenbuterolo ecc.) (3, 4, 5). Questo comportamento finisce per provocare disturbi dell’umore, con severi stati di angoscia e alterazioni dei rapporti sociali e occupazionali, una condizione che spesso richiede il ricorso ad antidepressivi e psicoterapia cognitivo-comportamentale (6). In casi estremi, gli uomini colpiti da questo chiodo fisso sono così ossessionati dall’immagine che si lasciano morire o si suicidano (7). Quasi a voler portare per sempre con sé quella tela vuota.

 

 

L’anoressia  inversa

L’evoluzione psichica della bigoressia è uguale e antitetica a quella dell’anoressia: si parla infatti di anoressia inversa (“reverse anorexia”) (8). L’anoressica rifiuta il cibo alla ricerca di una sempre maggiore magrezza, non riconoscendo lo stato macilento già raggiunto; il bigoressico cerca invece con tutti i mezzi (esercizio fisico incongruo, diete iperproteiche, farmaci ecc.) di raggiungere un volume muscolare sempre più grande, vivendo nel terrore di poter perdere anche solo un etto di muscoli e rimanendo costantemente insoddisfatto del proprio livello raggiunto, anche quando questo fosse già notevole (9).

L’espressione di entrambe le patologie, comunque, è sempre plagiata da un gran numero di fattori cognitivi, comportamentali, emotivi e psicologici: insicurezza, scarsa autostima, insoddisfazione corporea, perfezionismo, influenza dei media (10).

Una delle definizioni più idonee del problema è forse “culture-bound phenomena”, cioè il fenomeno dell’obbligo associato al concetto occidentalizzante di un ideale aspetto corporeo. Anche se non si deve pensare che la questione interessi il solo Occidente, in quanto, dal 2000, casi di bigoressia sono stati registrati un po’ ovunque nel mondo, dall’Oriente (6) al Sud Africa (11).

 

 

MASS

La bigoressia colpisce particolarmente gli atleti (18), in maniera elettiva i bodybuilders. Infatti, utilizzando una scala di soddisfazione per il proprio aspetto muscolare (MASS: Muscle Appearance Satisfaction Scale), sono emersi cinquefattori fondamentali alla base della bigoressia, tutti ben noti ai culturisti (2, 12):

  •  dipendenza dal body building,
  •  ossessivo “controllo” muscolare,
  •  uso di farmaci anabolizzanti o sostanze ergogene,
  •  rigide regole alimentari,
  •  insoddisfazione per il proprio aspetto corporeo.

La dipendenza dal body building è stata confermata anche da altri studi (13, 14), che hanno pure evidenziato come i bodybuilders siano più esposti al pericolo rispetto ai powerlifters (15).

 

 

 

 

Dalla bigoressia al Complesso di Adone

In realtà, poiché la patologia abbraccia un significato più esteso del solo voler essere grossi, viene anche definita “vigoressia” (dal latino vigor=forza e orex=appetito), cioè fame, desiderio di essere forte, vitale.

Proprio per questa estensione dei suoi possibili significati, la bigoressia è stata ribattezzata anche “complesso di Adone” (16). In effetti, il termine “complesso” racchiude meglio il significato della patologia in questione. Adone è un personaggio della mitologia greca, raffigurante l’ideale di bellezza maschile (anche se, proiettato nell’immaginario attuale, il suo corpo - per come raffigurato nel XVI secolo - sarebbe oggi considerato brutto e grasso). 

 

Fig.1 Adone rappresentato da Tiziano.

 

In quest’ottica, la patologia interessa una fetta molto più larga di popolazione maschile: c’è infatti chi vorrebbe essere più muscoloso, chi più magro, chi vorrebbe avere più capelli, chi un volto diverso, chi un pene più grande e così via. È un errore tuttavia pensare che si tratti di una mera questione di vanità: queste persone infatti non vogliono apparire fantastiche, ma più semplicemente accettabili.

 

 

Barbie & Big Jim

L’Autore delle prime ricerche sull’argomento - Harrison Pope - ammette che l’osservazione è nata quasi per caso ed è stata ispirata… dalle bambole! “Una sera - ricorda -  mia figlia era al computer, ad eseguire una ricerca sulla Barbie. Incuriosito mi sono seduto con lei, scoprendo che nel corso degli anni la Barbie è diventata sempre più magra e sempre più simile all’immaginario femminile proposto dai media. È stato così che ho pensato che doveva esistere un corrispondente maschile e sono andato a studiare l’evoluzione del Big Jim, scoprendo che il primo lanciato sul mercato nel 1964 era molto simile a un uomo medio, in forma e di bell’aspetto. Negli anni però è cresciuto, in tutti i sensi. È diventato più alto e soprattutto muscoloso, a tal punto che le misure di oggi corrispondono a quelle di un uomo che costruisce i suoi muscoli con l’aiuto degli steroidi”.

Incuriosito da queste trasformazioni, Pope prese a studiare anche l’evoluzione di altri personaggi-giocattolo, scoprendo che tutti, nel corso degli anni, da uomini normali erano diventati culturisti… perfino i pupazzi che riproducono i protagonisti di Guerre Stellari! Questa metamorfosi dei pupazzi negli anni sembra aderire perfettamente al cambio di ideale corporeo agognato dagli uomini nello stesso periodo di tempo.

 

 

Calma apparente

L’avvento degli steroidi non è sicuramente l’unico responsabile della nascita del complesso di Adone, ma ne ha certamente influenzato in maniera notevole lo sviluppo. Conosciamo bene infatti il limite di sviluppo fisico di un corpo umano e quello proposto oggi dalla maggior parte dei media lo supera abbondantemente, col risultato che gli uomini si sentono sempre più inadeguati (17). Come riconosce lo stesso Pope: “Gli steroidi ci hanno dato un’immagine distorta di come un uomo dovrebbe essere”.

Finora gli uomini hanno parlato poco di questa preoccupazione, perché la nostra società ha insegnato loro che i “maschi” non devono badare molto all’aspetto esteriore. Ma sotto questa calma apparente la crisi ha continuato a montare. E a tutte le età, tanto che il problema riguarda oggi anche gli adolescenti. (18) A conferma di ciò, uomini sottoposti ad appositi test hanno scelto modelli corporei mediamente più muscolosi di loro di circa 13-14 chili (ivi comprese le immagini dei corpi che secondo loro preferirebbero le donne). Tale discrepanza tra la muscolosità reale e quella agognata può aiutare a comprendere alcune tra le cause alla base della bigoressia o dell’uso/abuso di steroidi anabolizzanti. (19) L’ironia è che malgrado molti di noi pensino che il sesso femminile sia attratto da maschi ipertrofici, le donne sempre più spesso ammettono di trovare gli uomini troppo muscolosi poco attraenti e in alcuni casi addirittura ributtanti.

 

 

 

Chi porta i pantaloni?

Non bisogna tuttavia ritenere che gli steroidi siano gli unici responsabili della crisi d’immagine dell’uomo d’oggi. C’è una motivazione più profonda e forse - per noi uomini - più dolorosa: la progressiva conquista dell’indipendenza (lavorativa, economica e sociale) da parte delle donne ha drammaticamente attenuato il nostro secolare ruolo di “bread-winner” (cioè di chi porta il pane in casa). In un recente articolo intitolato “Turning Boys into Girls”, apparso sul “Washington Monthly”, Michelle Cottle scrive: “Con la crescita e la conquista dell’indipendenza finanziaria da parte delle donne, gli uomini hanno scoperto che per mantenere il loro status di “padroni” devono mettere sul tavolo ben più di un ricco portafogli”. Poche cose oggi le donne non possono fare rispetto agli uomini e allora il corpo, con le sue dimostrazioni di forza (e quindi superiorità), è diventato l’ultimo ancoraggio per dimostrare la propria virilità.

 

 

Il complesso di Venere

In ogni caso, nonostante quanto finora esposto, sarebbe un errore credere che la questione sia una prerogativa esclusiva del sesso maschile: il problema riguarda infatti anche le donne. In uno studio svolto nelle palestre di Boston (Massachusetts), il 33% delle intervistate ha ammesso di utilizzare o aver utilizzato steroidi anabolizzanti (insieme ad altre sostanze “ergogene”). Alcune hanno dimostrato una sindrome di dipendenza da tali sostanze, spesso a livello morboso. Il 56% delle utilizzatrici ha riportato sintomi ipomaniacali durante l’uso di steroidi ed il 40% ha evidenziato sintomi depressivi durante l’astinenza da essi. Ma il dato forse più interessante è che tutte - sia le utilizzatrici che le altre - hanno evidenziato diverse rare sindromi psichiatriche, quali rigidi regimi dietetici (definiti dagli Autori “Eating Disorder Bodybuilder Type”) e cronica insoddisfazione per il proprio aspetto fisico (la già citata “muscle dysmorphia”) (20).

 

 

Luci ferme

Adone venne ucciso da un cinghiale e nel punto in cui cadde il suo sangue, spuntarono degli anemoni. Alla sua morte, fu amato da Proserpina (dea degli Inferi); ma Venere (dea dell’Amore), innamorata perdutamente in terra di Adone, in lacrime chiese agli dei dell’oltretomba di lasciarlo vivere per metà dell’anno sulla terra e per il resto nell’aldilà con Proserpina. Così Giove, commosso dalle insistenze di Venere, acconsentì a ridare vita al giovane, concedendo che passasse sei mesi con Venere sulla terra e altri sei con Proserpina negli inferi.

Il significato della leggenda è chiaro: Adone è il dio della natura florida che sboccia in primavera e muore in inverno; come il seme, dovrà perciò trascorrere lunghi mesi bui e freddi sottoterra, per poi rinascere al primo sole.

Il mito sembra dunque perpetuare la natura dell’essere umano. Costantemente instabile. Tra la luce e l’ombra. Tra la gioia ed il dolore. Tra il trionfo e la disfatta. Tra la vita e la morte.

Nella sua eterogenea manifestazione, il complesso di Adone (bigoressia, vigoressia o come diavolo vogliate chiamarlo) non è altro che l’inevitabile rivelazione della vera essenza dell’uomo, per troppi secoli rimasta inespressa sotto uno stuolo di Lucifer(me).

 

 

 

 

 

BIBLIORESSIA

 

 1. Cafri G, Blevins N, Thompson JK, The drive for muscle leanness: a complex case with features of muscle dysmorphia and eating disorder not otherwise specified, Eat Weight Disord, 11 (4), e117-8, 2006.

 

 2. Mayville SB, Williamson DA, White MA, Netemeyer RG, Drab DL, Development of the Muscle Appearance Satisfaction Scale: a self-report measure for the assessment of muscle dysmorphia symptoms, Assessment, 9 (4), 351-360, 2002.

 

 3. Kanayama G, Barry S, Hudson JI, Pope HG Jr, Body image and attitudes toward male roles in anabolic-androgenic steroid users, Am J Psychiatry, 163 (4), 697-703, 2006.

 

 4. Cafri G, Thompson JK, Ricciardelli L, McCabe M, Smolak L, Yesalis C, Pursuit of the muscular ideal: Physical and psychological consequences and putative risk factors, Clin Psychol Rev, 25 (2), 215-239, 2005.

 

 5. Hildebrandt T, Schlundt D, Langenbucher J, Chung T, Presence of muscle dysmorphia symptomology among male weightlifters, Compr Psychiatry, 47 (2), 127-135, 2006.

 

 6. Ung EK, Fones CS, Ang AW, Muscle dysmorphia in a young Chinese male, Ann Acad Med Singapore, 29(1), 135-137, 2000.

 

 7. Pope CG, Pope HG, Menard W, Fay C, Olivardia R, Phillips KA, Clinical features of muscle dysmorphia among males with body dysmorphic disorder, Body Image, 2 (4), 395-400, 2005.

 

 8. Leone JE, Sedory EJ, Gray KA, Recognition and Treatment of Muscle Dysmorphia and Related Body Image Disorders, J Athl Train, 40(4), 352-359, 2005.

 

 9. Chung B, Muscle dysmorphia: a critical review of the proposed criteria, Perspect Biol Med, 44 (4), 565-574, 2001.

 

10. Grieve FG, A conceptual model of factors contributing to the development of muscle dysmorphia, Eat Disord, 15 (1), 63-80, 2007.

 

11. Hitzeroth V, Wessels C, Zungu-Dirwayi N, Oosthuizen P, Stein DJ, Muscle dysmorphia: a South African sample, Psychiatry Clin Neurosci, 55 (5), 521-523, 2001.

 

12. Rhea DJ, Lantz CD, Cornelius AE, Development of the Muscle Dysmorphia Inventory (MDI), J Sports Med Phys Fitness, 44 (4), 428-435, 2004.

 

13. Smith D, Hale B, Validity and factor structure of the bodybuilding dependence scale, Br J Sports Med, 38 (2), 177-181, 2004.

 

14. Smith DK, Hale BD, Collins D, Measurement of exercise dependence in bodybuilders, J Sports Med Phys Fitness, 38 (1), 66-74, 1998.

 

15. Lantz CD, Rhea DJ, Cornelius AE, Muscle dysmorphia in elite-level power lifters and bodybuilders: a test of differences within a conceptual model, J Strength Cond Res, 16 (4), 649-655, 2002.

 

16. Pope HG, Jr Phillips KA, Olivardia R, The Adonis Complex: the secret crisis of male body obsession, New York (NY), The Free Press, 2000.

 

17. Leit RA, Gray JJ, Pope HG Jr, The media's representation of the ideal male body: a cause for muscle dysmorphia?, Int J Eat Disord, 31 (3), 334-338, 2002.

 

18. Cafri G, Van den Berg P, Thompson JK, Pursuit of muscularity in adolescent boys: relations among biopsychosocial variables and clinical outcomes, J Clin Child Adolesc Psychol, 35 (2), 283-291, 2006.

 

19. Pope HG Jr, Gruber AJ, Mangweth B, Bureau B, deCol C, Jouvent R, Hudson JI, Body image perception among men in three countries, Am J Psychiatry, 157 (8), 1297-1301, 2000.

 

20. Gruber AJ, Pope HG Jr, Psychiatric and medical effects of anabolic-androgenic steroid use in women, Psychother Psychosom, 69 (1), 19-26, 2000.